Sano realismo.
Questo, in due parole, l’insegnamento che ci portiamo a casa dalla partita con la Spagna. Il che, se è vero che i migliori insegnamenti arrivano dalle sconfitte (se si sa farne tesoro), porta con sé comunque una valenza positiva.
Lo sport può essere visto come una parafrasi della vita, racchiudendo quei valori che costituiscono le basi per il raggiungimento di obiettivi personali e di convivenza civile: programmazione, impegno, disciplina, determinazione, fantasia, capacità individuali, condivisione, rispetto (dei ruoli, delle regole, degli avversari), fatica, essere squadra e tante altre cose ancora.
Cose valide per i singoli individui. Ma che si possono benissimo estendere a realtà più complesse, quali quelle aziendali, per arrivare all’espressione massima di “comunità”, in quanto “somma di individui” (e quindi di “comportamenti individuali”), quali sono gli Stati.
“Pensare in grande” è un fattore assolutamente positivo: buttare la palla “avanti”, come si suol dire, è uno stimolo ulteriore a superare gli ostacoli, non fermandosi alle prime difficoltà.
Ma è più che mai opportuno rimanere con i piedi ben saldi per terra e pensare a “cosa passa il convento”.
La realtà italiana (con riferimento all’economia e alla situazione finanziaria….) non si può certo definire delle migliori. Conosciamo bene i numeri: rapporto debito/PIL 140%, deficit vicino al 5% (dopo il 7,4% del 2023), crescita sotto l’1%, crisi demografica shoccante (gli ultimi dati dell’INPS proiettano, al 2050, le persone oltre i 65 anni a raggiungere 1/3 della popolazione italiana), spesa per interessi che, tra neanche 2 anni, potrebbe arrivare a toccare i 100 MD annui. Numeri che fanno riflettere e che “pesano” non poco sul nostro futuro (e ancor di più su quello dei giovani).
Ma mai perdere la speranza.
Nel 2011, nel pieno della crisi finanziaria che ha sconvolto mezza Europa, il deficit del Portogallo era arrivato a toccare il 9%, ben 6 punti in più del limite fissato dalle regole europee, con un debito pubblico che era arrivato al 120%. In quello stesso periodo, il deficit italiano si aggirava intorno al 3,9%, mentre il debito pubblico non si discostava, in termini percentuali, da quello portoghese.
A distanza di 12 anni, nel 2023, Lisbona è riuscito nell’impresa di riportare il debito pubblico sotto la soglia del 100% del rapporto con il PIL, con una incredibile progressione di 35 punti negli ultimi 4 anni, e con una crescita superiore, l’anno scorso, al 2%, con la UE che stima, per quest’anno e per il prossimo, un ulteriore progressione dell’1,3% e dell’1,8%.
Tutto partì proprio ormai 13 anni fa, quando il Paese siglò un accordo per ricevere aiuti dalla Commissione Europea (all’epoca il PNRR era un assioma sconosciuto, oltre che impensabile) per € 78 MD, da rimborsare in 14 rate, a fronte di riforme che avessero messo in sicurezza i conti del Paese, assicurando comunque tutele sociali.
Quindi, “si può fare”.
Certamente molti sono i punti di differenza, a cominciare dalla “storia” (l’impatto della geo-politica non era quello attuale) e dalle dimensioni del Paese.
Ma forse anche un atteggiamento meno critico nei confronti dell’Europa potrebbe aiutare: proprio in questi giorni, per l’ennesima volta, torna di attualità il MES, che vede il nostro Paese unico, tra i Paesi membri, a non aver ancora dato il “via libera” al Fondo Salva-Stati (creato per dare stabilità finanziaria all’Area Euro). In un momento, poi, in cui siamo tornati ad essere “osservato speciali”, dopo l’avvio della procedura di infrazione e, soprattutto, della probabile necessità, verso l’autunno, di rimettere mano ai conti (per non parlare della nuova Legge di bilancio che sta iniziando a prendere forma).
Dopo un avvio brillante, con gli indici che, nell’intra-day, erano riusciti a ritoccare i massimi, la borsa americana ha, in parte, ritracciato.
Il Nasdaq, “teleguidato” da Nvidia, dopo un avvio lanciatissimo, ha chiuso a – 0,79%. Di contro, il Dow Jones ha fatto segnare un rialzo sperequale, mentre lo S&P 500 è sceso dello 0,25%.
Questa mattina, Nikkei vicino alla parità (– 0,10%). Più pesanti gli indici cinesi, con l’Hang Seng di Hong Kong a – 1,32% e Shanghai che fa segnare – 0,24%.
In calo anche Seul, dove il Kospi perde l’1%.
Sorte analoga per Taiwan, con il Taiex a – 0,7%.
Futures in leggerissima crescita ovunque, con rialzi tra lo 0,06 e lo 0,33%.
Petrolio sempre forte, con il WTI a $ 81.36.
In calo il gas naturale Usa, a $ 2,72 (- 0,91%).
Oro a $ 2.376, + 0,21%.
Spread appena sotto i 150 bp (149,7).
Btp a 3,93%.
Bund a 2,43%.
Treasury poco mosso, al 4,26%.
Oat francese al 3,20%, con lo spread sempre a 77 bp.
€/$ 1,0718.
Bitcoin che scende sotto i $ 65.000 (64.606), – 0,32% questa mattina.
Ps: le “tavole della legge”, a proposito di valori, sono fondamentali. Ma la Louisiana “va oltre”. Infatti, lo Stato americano ha reso obbligatoria l’esposizione nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori per arrivare ai college, dei 10 Comandamenti. Decidendone anche il “formato” (non potranno essere inferiori alla misura di 11 pollici per 14, e quindi circa 30 cm). Alla faccia, evidentemente, della laicità e della libertà religiosa.